Poesia giapponese: gli Haiku
Lo haiku è un breve componimento
poetico senza titolo, fiorito nell’antico Giappone. La sua
struttura metrica, molto semplice, è composta di 17 sillabe,
ripartite in tre versi di cinque, sette e ancora cinque sillabe,
ossia due quinari alternati a un settenario (5-7-5). Ciò deriva dal
concetto che ogni emozione è un singolo, indivisibile e perfetto
insieme che può essere espresso da poche, significative parole,
poiché “lo haiku è come un attimo di vita che diventa verso”. È
un componimento dell’anima; il suo significato profondo richiede
una lettura attenta per scoprirne la “profondità misteriosa”.
Riflette l’amore della cultura nipponica per il minimalismo e le
cose asciutte e compatte (”in verità, tutte le cose piccole sono
belle”, scrive Sei Shonagon). È forse la forma poetica più breve
esistente al mondo: per creare un vero haiku il poeta deve essere
conciso per riuscire a racchiudere una profonda comprensione
spirituale della natura in uno spazio espressivo così limitato, ed
esprimere, attraverso i cambiamenti della natura che si
cristallizzano nella sua mente, il mondo dell’intangibile. Lo haiku
esprime una visione serena della natura e della vita, colte nella
loro caducità e mutevolezza, quotidianità e semplicità. Secondo
Barthes esso non descrive, ma immortala un’apparizione, fotografa
un attimo e ha, tra le sue peculiarità, la brevità, la leggerezza e
l’apparente assenza di emozioni secondo i canoni del buddhismo zen.
La tradizione classica impone a questa composizione almeno una parola
o situazione che evochi una delle quattro stagioni dell’anno
attraverso un termine, il “kigo” (riguardante la flora, la fauna,
avvenimenti popolari o cibi) che indichi una precisa stagione. Come
l’alternarsi delle stagioni, anche queste brevi poesie annoverano
temi contrastanti fra loro come il mistero (yugen), la povertà
(wabi), l’instabilità (aware) e l’isolamento (sabi).
Languore d'inverno
nel mondo di un solo colore
il suono del vento
(Matsuo Basho)
Pioggia di primavera
gocciola dal vespaio
l'acqua della gronda
(Matsuo Basho)
Da un tempio di montagna
il suono di una campana suonata a mano
svanisce nella nebbia
(Yosano Buson)
Le foglie di quercia arrossate dall'autunno
cadono e si ammucchiano sul sentiero di un vecchio tempio di montagna
com'è solitario questo sentiero
(Sen no Rikyu)